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SURFCASTING: MORMORA


Terminata la stagione invernale si risvegliano gli umori e la voglia di riprendere le attrezzature e calpestare le spiaggie dopo tanta attesa.

Sono le prima uscite dell'anno dove l'arenile è ancora pieno di detriti riportate dalle mareggiate invernali. Il mare comincia a riscaldarsi e la temperatura dell'acqua e dell'aria si equiparano ed i pesci sono spinti dallo stimolo riproduttivo e raggiungono la riva per la procreazione emettendo uova fecondate dai maschi più longilinei e di buona taglia. Le femmina sono grosse e panciute ma non sempre hanno lo stimolo della fame ed attaccano l'esca per territorialità e dopo la deposizione.

E' un rito che avviene da sempre e continuerà ad avvenire si spera per sempre. L'istinto le guida alla migrazione e sono a migliaia a raggiungere le rive scegliendo il posto più adatto: mormore, pagelli, orate, occhiate e sugheri si presentano a pochi metri dalla riva ed anche oltre le nostre possibilità di lancio.

Sono pesci che interesano a tutti i praticanti del surfcasting perchè sono prede del surf moderno ovviamente non sono taglia enorme, ormai diventate rarissime, ma sempre divertenti da catturare. Ma non per tutti i surfcastman è così soprattutto per quelli diciamo della vecchia guardia e per quelli che rispettano il mare, disdegnando le catture di piccole prede che non hanno raggiunto lo stato adulto.

Sono le persone che rispettano alcune regole e condannano il regolamento agonistico. Hanno calpestato le spiagge per tutto l'inverno alla ricerca di rombi, gronghi, spigole e saraghi.
Conoscono bene ogni variazione climatica, movimento del mare e condizioni meteorologiche, ingredienti essenziali che guidano l'istinto del pesce ma soprattutto del pescatore che non esita a restare in spiaggia con il freddo pungente e la pioggia battente pur di conquistare un trofeo.

Il rilascio delle piccole prede è un gesto nobile ed essenziale assicurandoci la sopravvivenza di tanti altri esemplari. Poi, se il rilascio diventa inutile perchè il pesce ha ingoiato e rilasciato sangue,pazienza.Di sicuro staremo più attenti al successivo lancio aumentando la misura sia dell'amo che dell'esca.

 LA MORMORA 

La mormora è un pesce che nello stato adulto diviene sospettoso e spesso ci lascia con tanto di naso. E' sua indole assaggiare l'esca e risputarla se non è di suo gradimento.
Capita spesso di vedere delle piccole vibrazioni del cimino, quasi a dire che ha succhiato l'esca e poi..... arrivederci!
Questo soprattutto capita quando si pesca con canne potenti e specialemente se l'esca si trova a notevole distanza dalla riva.
La mormora, come molti altri pesci, mette l'esca in bocca, assaggia e poi sputa per poi riprovare ad ingoiare. Se la punta dell'amo si conficca nella parete boccale sentirà la puntura e fuggirà auto ferrandosi, altrimenti tornerà per ingoiare oppure sarà persa.


Ecco perchè si consiglia di usare ami adeguati all'apparato boccale della mormora. Le misure consigliate sono tre principalmente e sono:4-2-0, dettagli importanti da adottare perchè vanno ad evitare in parte la cattura di piccole prede almeno adolescenti, consentendo la pesca di buoni esemplari o di andare in bianco.

L' esca principe ovviamente è l'arenicola seguita da americano, cannolicchio e granchietto di sabbia.

Concludendo vi dico che a tutti non piace tornare col carniere vuoto a casa ma sicuramente sempre meglio di catturare mormore di piccola taglia perchè bloccheremo la loro crescita  e procreazione a priori e magari se proprio insistiamo con un posto che non ci da niente anche se adottiamo dei metodi adeguati, cambiamo spot, perchè nella pesca bisogna provarci, provarci e riprovarci


P.S.: Spesso le conchiglie riportate dal mare indicano il sito di pesca migliore, quindi appena si arriva nello spot, dare sempre uno sguardo alla battiggia se non vi è stata mareggiata ma se siamo in scaduta ovviamente mettiamoci subito all'opera.





 


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