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PARLIAMO DI SURFCASTING


In questo articolo vorrei parlarvi nella mia piccola esperienza di come un principiante può avvicinarsi a questo tipo di pesca così amata dalla maggior parte dei pescatori ma che conosce tante insidie.Oggi vi parlerò di quello che serve per iniziare a pescare a SurfCasting 

Questa pesca si pratica dalla spiaggia e consente la cattura di pesci quali orate, spigole, ombrine, saraghi, mormore, serra e diverse altre specie e viene praticata principalmente di notte. Cosa serve per iniziare? Beh…tanta passione e pazienza innanzitutto, perché molto probabilmente le prime uscite non porteranno i risultati sperati, avremmo bisogno di affinare un po’ la nostra tecnica.















Le attrezzature

In commercio si trovano canne di tutti i tipi, per iniziare io ho scelto due canne in grado di lanciare una fino a 150 gr. ed una fino a 200, lunghe 4.20 mt. e una lunga 4.50 mt. con un cimino abbastanza sensibile che consente di vedere anche le mangiate di pesci non tanto grandi.

I mulinelli devono essere in grado di contenere almeno 250 mt. di filo dello 0.20/22. Piombi che variano da 75 grammi ad un max di 175 grammi che sceglieremo in base anche alle condizioni del mare, uno spezzone di filo del diametro minimo dello 0.35 fino a 0.50,  poco più del doppio della lunghezza della nostra canna, chiamato shock-leader, che servirà nei nostri lanci per resistere alla “frustata” che daremo al momento di mettere le nostre esche in  acqua, (consiglio anche lo shock leader conico un po costoso ma che da un'efficacia) del buon fluorcarbon ( io uso dallo 0,18 allo 0,25) per i nostri terminali e ami dal n.1 al 10 in base alle esche che volete utilizzare nella vostra battuta di pesca

La lenza

Nel surfcasting si utilizzano principalmente quattro disegni di terminali: il long arm, lo short rovesciato, il paternoster e lo scorrevole, in grado di adattarsi a tutte le situazioni di pesca, dalla ricerca sulla lunga distanza fino alla schiuma nel sottoriva durante le mareggiate.

requisiti fondamentali di un terminale sono di presentare l'esca nel modo più naturale, rendendola mobile il più possibile e di limitarne i grovigli dei braccioli, trovare un compromesso tra questi due punti opposti non è mai una cosa semplice.

Un terminale è costituito dal trave, dagli snodi, dai braccioli, dall'attacco per il piombo e dalla zavorra. La lunghezza della lenza che va dalla punta della canna al piombo, trave compreso, è chiamata "drop" e varia dagli ottanta centimetri ad oltre due metri per il lancio pendolare.

L'asola superiore che permette il raccordo con lo shock leader, anche per mezzo di dispositivi di sgancio rapido che consentono di sostituire velocemente il terminale, s'indica spesso come capocorda.

Per montare un bracciolo su di un trave o direttamente sullo shock leader si utilizza il classico snodo: nodino - perlina - girella - perlina - nodino, conosciuto anche come "join".

Il bracciolo è legato sull'asola della piccola girella, libera di girare su se stessa e intorno al trave tra le due perline bloccate in alto e in basso, in modo da poter scaricare le torsioni alle quali è sottoposto nel lancio o in pesca.

Per limitare i grovigli si può realizzare un tratto di treccina sul terminale in questo modo l'irrigidimento del bracciolo vicino allo snodo gli impedirà di aggrovigliarsi ad ogni lancio intorno al trave.

 

Long arm/short


La lunghezza del trave va da 80 cm fino a 2 mt circa, ed il suo diametro sarà lo stesso dello shock leader, proporzionato al piombo che s'intende lanciare, solitamente 0.40 - 0.50.

L'attacco del piombo è fisso oppure scorrevole alla fine del trave, si usa una girella con moschettone di tipo rolling robusta di misura adeguata (n° 4) e ad una distanza di 10-30 cm dal piombo è posizionato lo snodo "join", sul quale viene fissato l'unico bracciolo, lungo da 0.9 a 2 mt.

E' un terminale molto mobile con esche piccole come arenicole e piccoli americani, rende bene con il mare non troppo mosso e con un pascolo formato da pesci sospettosi.




 

Paternoster


La lunghezza del trave, è compresa tra 1 e 2 mt, ha due braccioli, più corti e meno mobili rispetto al long arm, dai 30 cm sino ai 120 cm, ed è più efficace con mare formato e mosso o in quei momenti in cui i pesci viaggiano in branchi quasi compatti e si dimostrano più disposti all'abboccata.

Come nel long arm il piombo è al fine agganciato su di una girella, mentre i braccioli sono a 10-30 cm dal piombo e dal capocorda superiore. Va lontano, specie se i braccioli sono sottili e abbastanza corti e la scia odorosa delle esche è più intensa, facilitando la ricerca al pesce.

Su questo terminale non sono rare abboccate multiple, e ci consente di poter utilizzare contemporaneamente due esche destinate a pesci diversi: spesso in estate capita di innescare il bracciolo più vicino al piombo con l'arenicola e il più vicino al capocorda con un piccolo filettino di sardina abbinata ad un flotterino fluorescente, potendo così insidiare ombrine, mormore e pesci di fondo insieme con occhiate, sugarelli o leccie stella.

E' di certo il calamento più indicato per pescare nella schiuma.




 

Gestione del Paternoster con diverse Condizioni del Mare





Distanza dal Piombio Finale Alto

Lunghezza Finale Alto

Distanza dal Piombo Finale Basso

Lunghezza Finale Basso

Stato del Mare

75

60

10

60

Medio

95

80

10

80

Calmo

105

100

10

100

Calmo

125

50

10

120

Medio

70

30

35

30

Mosso

 


Short rovesciato


E' un terminale molto versatile. E' costituito da un bracciolo medio/corto, fino ad 1.2 metri montato vicino al capocorda superiore su un trave con piombo fisso.

E' l'ideale quando si vuole una presentazione mobile e non troppo schiacciata sul fondo dell'esca. E' la soluzione più utilizzata per pescare nelle fasce d'acqua più superficiali oppure quando ogni metro strappato con il lancio può essere prezioso.

Infatti, saraghi e spigole a mare mosso sono catturate con questo calamento; per pesci di mezz'acqua e superficie come lecce stella, aguglie e occhiate, sul bracciolo è inserito un flotterino; oppure su travi o per tutte le occasioni in cui necessita la massima aerodinamicità è fissato sul trave un bait clip, che libererà il bracciolo appena arriva in acqua, limitando l'attrito in volo.

E'anche un terminale sensibile, perché la tocca su un bracciolo distante dal piombo appare più nitida, rilevando anche pesci di taglia minore.




 

Scorrevole


E' il più classico dei terminali per la pesca a fondo, in pratica si infila sullo shock leader il piombo, un salvanodo di gomma e si lega una girella a battere in fondo e a quest'ultima il bracciolo, consentendo una notevole sensibilità all'abboccata, anche usando piombi di buon peso.

E' ancora molto usato, anche se il suo utilizzo è stato oggetto di numerose modifiche, come i vari sistemi per aumentare la divergenza tra piombo e bracciolo, come il rosario, la pipetta divergente un tubo piegato ad angolo attraverso il quale scorre il trave, che permette l'intercambiabilità del piombo e la massima sensibilità.

Dà il meglio di sé in condizioni di poco mare, con la necessità di visualizzare al meglio le tocche, quando si hanno pesci particolarmente restii a mangiare, come l'orata, e infine nel beach ledgering quando si pesca con 50 gr o meno e la canna sempre pronta a rispondere al minimo cenno di presenza del pesce.

Il terminale può variare dallo 0.14 fino ai diametri esagerati usati per pescare gronghi dalle rocce o dai porti.



La Santissima e Pesce Tecnico


Sono delle evoluzioni del classico Paternoster. La Santissima generalmente ha i braccioli lunghi dai 35 cm ai 45 cm, ma si possono allungare a piacimento, la lunghezza del trave varia in base alla lunghezza degli stessi. Non è un trave aerodinamico, ma se c'è mangianza fino a 100 mt dalla riva può farci divertire.






 

Il Pesce Tecnico


E' la versione Ultra light della Santissima. Da come si vede nell'immagine, è un terminale completamente invisibile, confezionato interamente in fluorocarbon. Non ha snodi che possono appesantire tutto il calamento, ne tanto meno girelle e moschettoni sui capocorda. Il suo utilizzo è nell'immediato sottoriva, dove ogni forma di preda tecnica e non, pascola in cerca di cibo. Innescato con tremolina può regalarci anche qualche cefalo.






N° Girella

Diametro del Bracciolo

22

0.15 - 0.20

14

0.25 - 0.30

12

0.35 - 0.40

8

0.45 - in sù

 

 

Relazione tra Terminali e Stato del Mare







Paternoster

Long Arm

Short

Short Rovesciato

Santissima

Scorrevole

Stato del Mare

--

x

x

x

x

x

Poco Mosso

x

--

x

x

x

--

Mosso

x

--

x

x

--

--

Molto Mosso

 

Tabella Conversione Oncia-Grammo









Oz.

1

2

3

4

5

6

7

8

Gr.

28

56

84

112

140

168

196

224

 

Glossario Termini

Bait clip: gancio ferma esca da applicare sul trave in grado di liberare il terminale al suo contatto con la superficie dell'acqua.


Capocorda: la parte superiore del trave che va a congiungersi con lo shock leader, può essere costituito da un'asola, da una girella, da un moschettone o da altro analogo dispositivo.


Flotterino: piccolo galleggiante ovoidale, solitamente di colore vistoso, che viene applicato sul terminale per sollevare l'esca dal fondo o conferirgli più mobilità.


Rolling: un tipo di girelle realizzate in acciaio brunito, molto usate nel surf casting per la loro grande robustezza rispetto a quelle in ottone.


Rosario: tratto di perline alternate a corti pezzetti di silicone o plastica, funziona come divergente del bracciolo dal trave e come ammortizzatore degli urti dovuto allo scorrere del piombo lungo il trave in fase di lancio.


Shock leader: spezzone di nylon o altro materiale di sezione e carico di rottura maggiore rispetto al corpo di lenza (madre) onde evitare la rottura della stessa da parte del piombo sottoposto a grand'accelerazione durante il lancio, la sua lunghezza varia dai 7mt (multifibra), ai 9-15 mt (nylon).


Snodi: attacco dei braccioli sul trave che ne garantisca mobilità in acqua e tenuta ai grovigli.


Trave: la parte del calamento che ospita gli attacchi per i terminali e per il piombo.


Treccina: tratto di lenza doppiato sul bracciolo ottenuto torcendo due fili di nylon su se stessi allo scopo di irrigidirlo. La sua funzione è di limitare al massimo i grovigli fra trave e bracciolo.


Join: il più classico degli snodi del surf casting, permette l'attacco di un bracciolo su una girella rolling posta tra due perline bloccate da due nodi a spirale o da due stopper scorrevoli in gomma dura.


Ne esistono innumerevoli altre versioni, come la pulcetta, la clessidra, il fast connector, la tecnosfera e molti altri, che secondo i modelli possono garantire con diversa efficienza e robustezza,scaricamento delle torsioni del bracciolo, possibilità di ruotare intorno al trave, intercambiabilità dei finali, leggerezza e morbidezza del calamento in acqua.

In bocca al lupo, anzi in bocca alla Balena!!!

Angelo Fisherman

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